Archivio in evidenza

NERI ACCIAIUOLI

Firenze, prima metà XIV secolo - Atene, 25 novembre 1394

Neri


Duca di Atene tra l’11 gennaio e il 25 novembre del 1394. Nel 1365 si trasferì in Grecia, dopo aver ereditato i feudi di Vostitza e Nivelot con il titolo di barone, e nel 1371 divenne signore di Corinto. Nel 1388 riuscì a sottarrre vari possedimenti ai Catalani, tra cui Livadia, Platea, Tebe, Megara e Sicione e l’anno dopo si impadronì di Atene. Fu designato duca di Atene dal re di Napoli Ladislao I, ma ammalatosi morì pochi mesi dopo. Nel testamento Neri Acciaiuoli divise i propri possedimenti, lasciando la città di Atene alla Chiesa di Santa Maria dentro al Partenone.

Estratto del testamento di Neri Acciaiuoli

Nui, Neri Acciaioli, signor di Corinto et del ducato di Athene, sano della mente benche infermo del corpo, volendo provedere alla salute dell'anima nostra et allo riposo di nostro paese, facemo et ordinamo, per lo tenore di questa testimoniale lettera, nostro testamento et nostra ultima voluntà.

In prima, ricomandamo l'anima nostra all'omnipotente Iddio, lo quale l'aoro. Lo corpo nostro inditamo che sia sepellito all'ecclesia di Santa Maria di Athene.

Item, lassamo all'ecclesia di Santa Maria di Athene la città di Athene con tutte sue pertinentie et ragioni. Item, lassamo alla detta ecclesia tutte le giumente della nostra razza. Item, volemo che le porte della detta ecclesia, le quali altra fiata furono ornate di argento, anchora di capo si debbia ornare et adobare di argento.

Item, volemo che tutti gioialli, paramenti,'oro, argento et pietre pretiose, le quali furono levate dalla detta ecclesia per nostra occasione, siano comprate et restitute alla detta ecclesia di Athene.

Item, volemo che alla detta ecclesia siano di continuo preti 20, oltr'a'canonici et preti della detta ecclesia; li quali 20 preti debbiano essere latini della fé cattolica, et che debbiano servire di notte et di giorno, et officiare la detta ecclesia di Athene; et celebrare messe per salute dell’anima nostra. Et volemo che l'intrate della detta città di Athene et delle giumente sia proveduti alli detti 20 preti di loro sostentamento et di loro soldo, secondo la discrittione de'essecutori.

Item, volemo che le sopradette intrate et cose sia pro vedute alla fabrica et reparatione della detta ecclesia di Athene.

Et volemo che la detta ordinatione delli detti 20 preti et di altre cose pertinenti alla detta ecclesia di Athene sia in protettione et risguardo dell'eccelsa et illustre ducal signoria di Venetia, in questo modo che, se per alcuna persona fosse impedita la detta mia ordinatione, tanto delli preti come dell'altre cose sopradette tangenti la detta ecclesia di Athene et per negligentia delli nostri essecutori, che la detta ducal signoria habbia potere et libertà di mettere in essecutione con efletto tutto nostro ordinamento predetto, si delli preti come dell'altre cose sopradette che toccano alla detta ecclesia di Athene.

(…)

Item volemo che sia dato a messer lo vesrovo di Argo ducati 250, li quali li pigliamo noi dell'mirale dell'ecclesia di Athene, in quello anno che lo detto messere lo vescovo fu vicario della detta ecclesia di Athene. Item, lassamo che sia dato a messer lo arcivescovo ducati 100 d'oro, per l'affitto dell'ecclesia di Athene. Item, volemo che tutte l'ecclesie cathedrali et altre, le quali sono per affìtto in la nostra mano o per altro modo, finito l’affitto debbiano tornare liberamente in le mani delli loro prelati et di loro patroni.

(…)

Item volemo et ordinamo che nostro paese sia in recomissione et in recomandatione dell'eccelsa et illustre ducale signoria di Venetia, et che li essecutori nostri dello nostro testamento debbiano et possano riccorrere alla detta signoria per aiuto et favore, ad ogni fiata che bisogno sarà, et che possano detti essecutori pattizzare et ordinare con la detta signoria tutto quello che vederanno che sia di bisogno per lo bene et salvatioue dello paese nostro, et che li detti essecutori debbiano fare ogni honore alla detta signoria, et dentro dello paese nostro che bisognerà. 

Et si, in caso che alcuna persona volesse per forza occupare, o dannegiare, o guastare il paese della nostra herede, contra volontà della nostra herede, Francesca, duchessa, nostra figlia, volemo et pregamo la detta signoria ducale di Venetia, che le piaccia et possa cercare le ragioni della detta herede nostra.

Questo è lo testamento nostro et la ultima volontà nostra, la quale volemo che vaglia come vero testamento, et che habbia lo rato et lo firmo sempre, et per donatione intrà vivos se testare o ad altra persona possa contradire.

Datum Corinto, anno Domini 1394, die 17° mensis Septembris, indictionis 3°.

In testimonianza di maestro Egidenor, medico fisico, et di Gioan di Bruraligii et di Antonio di Erisligio, et di Giacomo, et di messere Antonio Cantore. Et per majore cautela havemo fatto ponere al presente testamento la bulla nostra pendente.

A cura di Luca Salvaggio (Allievo SAIA)

Archivio

Scuola Archeologica Italiana di Atene

blue mapOdos Parthenonos 14, 11742 Atene

blue phone+30-2109239163 / +30-2109214024

 facebook  twitter  youtube  academia